LA VOCE UMANA
di Jean Cocteau
con Chiara Zerlini e Ileana Pace
Scene e costumi di Romeo Liccardo
Regia di Maurizio Pellegrini

È possibile vivere nell’illusione?
Credere che ciò che ci accade, in realtà non stia accadendo concretamente?
Aggrapparsi con tutte le forze ad un sogno e consumarsi nella sua impossibilità?
Forse.

La voce umana diventa, nella quasi onirica visione di Maurizio Pellegrini, il dramma del dubbio, dell’ambiguità, delle domande senza risposta. Una donna, un telefono e l’agonia di un amore. La sterilità di un sentimento capace di affidare il proprio epilogo ad un apparecchio, negando il calore di una “voce umana”. Un uomo freddo e distaccato, privo del coraggio di un addio. Ma chi ci assicura che all’altro capo del ricevitore ci sia davvero qualcuno e che non sia, invece, tutto frutto di una coscienza talmente fragile da non accettare una separazione?

Un nudo spazio circolare è la claustrofobica arena in cui Chiara Zerlini ed Ileana Pace cercano insieme un’identità femminile in un’interazione tra prosa e danza che regala a questo testo un ulteriore accento di dualismo tra ciò che si è e ciò che si vorrebbe essere, tra il terreno e l’etereo, la vita e il sogno.