Inserito il: 03 Luglio, 2022 sezione: Commenti: 0
11 Settembre 2022 21:00 - 23:00 Atrio Museo Pino Pascali

Ideazione e Drammaturgia: Roberta Ferrara e Alessandro Maggi
Coreografie: Roberta Ferrara
Musiche originali: Alessandro Maggi
Danzatori: Anabel Barotte Moreno e Diego Martinez Buceta
Sound Designer: Simone Cohen
Light designer: Roberto Colabufo
Costumi: Franco Colamorea
Danzatori: Anabel Barotte, Diego Martinez Buceta

Coproduzione: ArtGarage
Collaborazioni produttive: Epos Teatro, Find Festival
Con il sostegno di Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto e Scenario Pubblico 

Durata 25 minuti


Nostos – in greco νόστος – ritorno, è il termine che trasmette quel senso di circolarità del viaggio dell’esistenza il cui fine ultimo è arrivare a sé stessi.

Il Nostos è annoverato tra i motivi letterari più antichi e diffusi, il cui archetipo è proprio il lungo viaggio di Ulisse; un viaggio che, significativamente, è un ritorno: il suo obiettivo non è condurre l’eroe a una meta, ma ricondurlo in maniera circolare – più esperto della vita e quindi più saggio – al suo originario punto di partenza: a casa. Una casa fisica, Itaca. Una casa interiore, la conoscenza di sé.

 

Se ti metti in viaggio per Itaca

augurati che sia lunga la via,

piena di conoscenze e d’avventure.

Non temere Lestrigoni e Ciclopi

o Posidone incollerito:

nulla di questo troverai per via

se tieni alto il pensiero, se un’emozione

eletta ti tocca l’anima e il corpo.

Non incontrerai Lestrigoni e Ciclopi,

e neppure il feroce Posidone,

se non li porti dentro, in cuore,

se non è il cuore a alzarteli davanti.

 

Augurati che sia lunga la via.

Che sian molte le mattine estive

in cui felice e con soddisfazione

entri in porti mai visti prima;

fa’ scalo negli empori dei Fenici

e acquista belle mercanzie,

coralli e madreperle, ebani e ambre,

e ogni sorta d’aromi voluttuosi,

quanti più aromi voluttuosi puoi;

e va’ in molte città d’Egitto,

a imparare, imparare dai sapienti.

 

Tienila sempre in mente, Itaca.

La tua meta è approdare là.

Ma non far fretta al tuo viaggio.

Meglio che duri molti anni;

e che ormai vecchio attracchi all’isola,

ricco di ciò che guadagnasti per la via,

senza aspettarti da Itaca ricchezze.

 

Itaca ti ha donato il bel viaggio.

Non saresti partito senza lei.

Nulla di più ha da darti.

 

E se la trovi povera, Itaca non ti ha illuso.

Sei diventato così esperto e saggio,

e avrai capito che vuol dire Itaca.

 

La poesia Itaca fu scritta nel 1911 dal poeta greco Costantino Kavafis ed è la riflessione di un uomo di 48 anni. Nella poesia di Kavafis, Itaca diventa metafora stessa del viaggio, Itaca non è solo il rientro a casa dell’eroe in balìa delle onde – di se stesso, dei suoi dèmoni – ma diventa il viaggio stesso, il motivo del viaggiare.

 

E’ nell’ immagine di un corpo gettato su una zattera, la notte buia piena di stelle, il mare mosso e i venti contrari che inizia il viaggio verso la propria Itaca. E’ nelle zone di ombre e di luci che si dipana il viaggio dei viaggi, quello che si imbatte in una miriade di ostacoli, disagi e esercizi di accettazioni emotive, fisiche e psicologiche.

Ecco apparire nell’intimo viaggio la figura di una donna che porta con sé la sacralità e bestialità dell’Amore totale, la spinta all’elevazione. Una guida poetica capace, con dolce forza, di proteggere cadute e corse in discesa, e di porgere il suo sostegno assoluto per spingere a oltrepassare la soglia della vita. Un tempo materiale e spirituale che cela l’Oltre. Una discesa all’interno di sé per costruire un piano di coscienza sempre più elevato. Il Femminino, che qui si presenta personificato, sorregge l’uomo in questo intimo Viaggio dell’Io, il viaggio come occasione di conoscenza e fonte di ricchezze immateriali.

Ogni Essere umano, come Ulisse, intraprende un viaggio per raggiungere la sua meta, la sua Itaca.

Appunti coreografici.

Il lavoro coreografico indaga la corporeità come linguaggio espressivo e comunicativo. Il corpo si pone come mezzo di un’espressione diretta, immediata, spontanea, arcaica e istintiva e al contempo massima espressione e comunicazione dell’anima, dei suoi vissuti e del suo sentire. La partitura coreografica si dipana attraverso un lavoro strettamente fisico e in sincero ascolto con l’universo interiore del danzatore. Attento è il lavoro in piena sinergia con la partitura musicale che evoca naturalmente al corpo e allo spirito suggestioni intime accompagnate da un coinvolgente impatto emotivo.

 

Appunti composizione musicale.

Uno dei tratti caratteristici scelti è la libertà armonica con modulazioni impervie e l’uso di decise e efficaci dissonanze. L’andamento dell’agogica presenta continue dilatazioni e restringimenti del tempo, mai regolare. Ricercata la scelta delle tonalità, per la maggior parte inconsuete, nonché l’uso espressivo delle pause. Nelle melodie domina il carattere riflessivo, intimo e nostalgico, ma non mancano episodi agitati e drammatici, sottolineati da forti contrasti di sonorità. Ampio il ventaglio di sfumature musicali che sostengono la percezione delle variazioni degli stati d’animo.

 

Note sul processo creativo

Un lavoro sinergico quello pensato e creato da Alessandro Maggi e Roberta Ferrara che decidono di unire la loro attenzione verso il “sentire umano” restando in costante ascolto con mente, corpo e spirito. In Nostos, Alessandro e Roberta, decidono di raccontarsi, di mostrare gli abissi e i venti contrari quanto i giorni del sorgere del sole e il tramontare della luna del proprio viaggio, restituendo un quadro nudo e intimo di quel sentire che appartiene a due anime che hanno deciso di navigare in ascolto con se stesse e il mondo circostante in assoluta quiete. In viaggio con D’Io.

Un lavoro evocativo, che si affida per tutto il processo creativo, ad una potente ricerca di immagini visive/sonore e suggestioni che aprono varchi a nuovi universi interiori con cui dialogare. In questo errare, che si preannuncia suggestivo nel suo personale intento, i due autori vogliono condividere la propria solitaria esperienza trascendentale.

Nostos vuole essere un singolare invito ad interrogarsi e iniziare il personale viaggio… il viaggio verso la propria Itaca.

 

 

Chi è Costantino Kavafis?

Costantino Kavafis è stato uno dei più grandi poeti greci del Novecento. In realtà, la sua fama di poeta ha camminato su strade tortuose: Kavafis ha vissuto isolato per gran parte della sua vita e ha fatto circolare le sue poesie quasi sempre solo fra gli amici più intimi; ha avuto anche numerosi detrattori, in particolare i poeti greci del tempo – chiusi alla novità dei suoi versi – ma, dopo la morte, il suo valore è stato finalmente riconosciuto e le sue poesie hanno iniziato a circolare in tutto il mondo. “Itaca” è la più famosa.


 

INTERO 12€
RIDOTTO (over 65 e under 25) 10€

Per informazioni:
– su whatsapp al 392 9642809
– via mail all’indirizzo info@eposteatro.com